E' reato introdurre nei confini
dello Stato, acquistare, detenere o mettere in circolazione francobolli
contraffatti, anche non in corso, ma che hanno avuto corso legale,
emessi sia dallo Stato italiano che da Stati esteri.
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Questa
imitazione venne prodotta solo pochi mesi dopo l'emissione del francobollo
nel 1976. Nata probabilmente per interessare il mercato collezionistico,
ebbe tuttavia un reale uso al fine di frodare le poste. |
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Esposizione
mondiale di filatelia "Italia 76", Lire 150.
Sassone n. 1328
Unificato n. 1328
Cei n. 1349
Bolaffi (numerazione 1956) n. 1286
Bolaffi (numerazione 1986) n. 1355
Bolaffi (numerazione 2002) n. 1428
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Falso.
Sassone n. F 1328
Unificato n. 1328F
Cei n. F 1349
Bolaffi (numerazione 1956) n. --
Bolaffi (numerazione 1986) n. -- (segnalato in nota)
Bolaffi (numerazione 2002) n. --
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Il 27 marzo 1976 vennero emessi due francobolli, da 150 e 180 Lire,
annuncianti l'Esposizione Mondiale di Filatelia "Italia 76" che si
sarebbe tenuta a Milano dopo l'estate, dal 14 al 24 ottobre, che sarebbe stata poi
salutata dall'emissione di cinque valori che dettero luogo anche alla
produzione di un discusso foglietto monocromo inserito nel catalogo della
manifestazione.
Era la prima volta che la F.I.P. (Fédération Internationale de Philatélie)
organizzava in Italia un'esposizione mondiale ed anche per questo motivo, a
marzo, erano stati emessi questi due francobolli-annuncio nel facciale di
150 Lire per la lettera di primo porto per l'interno e di 180 Lire per
l'estero.
Stampati entrambi in rotocalco, su carta fluorescente non filigranata, riproducono,
soprattutto il primo, un disegno abbastanza semplice: il valore da 150 Lire
rappresenta il logo della manifestazione ed era stampato a tre colori,
verde, rosso e nero, a tinta piatta.
Nulla di più facile da imitare.
Così fu proprio il valore dal facciale più basso (utile per la
corrispondenza per l'interno) ad attirare le attenzioni dei falsari dopo
pochi mesi.
La facilità di riprodurre la stampa agevolò il lavoro dei falsari e si
può dire che, complessivamente, a prima vista, l'imitazione risultò ben
riuscita.
Semmai è la qualità della carta a farsi notare: si tratta infatti di una
carta non proprio bianchissima, leggermente tendente al grigiastro. La carta
è più sottile di quella impiegata dal Poligrafico: nell'imitazione misura
circa 6 centesimi (compreso lo spessore della gomma) contro i circa 8
centesimi dell'originale. Come nell'originale la carta dell'imitazione non
è filigranata, ma non presenta la fluorescenza bianca brillante in pasta
del francobollo. |
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La gomma nell'imitazione è ben
distribuita, ma appare semi-lucida e tendente al colore avorio.
Il falso risulta dentellato a blocco con passo di circa 13,3x13,9
(convenzionalmente 13¼x14) mentre gli originali sono perforati a pettine
con passo assai simile.
La stampa venne eseguita fotolitograficamente ma, nonostante la presenza di tinte
piatte, è distinguibile da quella in rotocalco degli originali con
l'aiuto di una buona lente. |
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Originale:
particolare della scritta "in ditta" «I.P.S.» |
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Imitazione:
particolare della scritta "in ditta" «I.P.S.». |
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I colori rosso e verde sono un po'
più intensi e saturi rispetto agli originali (soprattutto il verde è
più scuro), mentre il nero tende al grigio. |
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Originale:
un dettaglio del colore verde piatto stampato in rotocalco. |
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Imitazione:
un dettaglio del colore verde piatto stampato in offset. |
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Dettaglio
di una parte del bordo del foglio riprodotto nell'imitazione. |
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Le imitazioni furono stampate su fogli comprendenti anche le scritte
marginali, come negli originali.
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Parte
del bordo del foglio riprodotto nell'imitazione. |
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Spesso è difficile affermare se le motivazioni primarie degli stampatori
fossero volte a frodare le poste o a produrre un oggetto interessante per i
collezionisti alla ricerca di qualche "varietà", o
"curiosità", vera o presunta che fosse. Anche in questo caso non
si può dire quale fosse l'intento principale; certo che, quanto meno, una
strizzatina d'occhio al collezionista fu fatta.
Resta anche indubbio che queste imitazioni furono largamente usate per
frodare le poste, in usi non filatelici.
Ne sono un esempio le tante cartoline per le estrazioni settimanali dei
concorsi legati alle lotterie nazionali affrancate con questa imitazione.
A causa del largo impiego di questa falsificazione per fini postali, il
francobollo da 150 lire emesso il 27 marzo 1976 fu posto fuori corso a far
data dal 23 febbraio 1978 (assieme all'altro valore della stessa serie da
180 lire). |
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Cartolina
della lotteria Italia 1978 inviata per l'estrazione dei premi
settimanali da Roma Centro il 20 dicembre 1977 con l'imitazione per
frodare la posta del francobollo da 150 lire dell'Esposizione
Mondiale di Filatelia "Italia 76". |
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