Uno
dei primi timbri postali a datario: questo venne apposto a Londra il
24 giugno (IV = IVNE = JUNE) 1661.
Il
primo timbro postale, inteso in senso moderno, nacque dopo la metà del
XVII secolo.
Fino ad allora i "segni" postali che venivano apposti sulle
missive potevano essere impronte dei corrieri o le tracce di tassazione o
di porto pagato (lettere "franche").
L'incremento dei commerci, la cui comunicazione scritta si affidava alla
posta, fece sentire l'esigenza di avere una "data certa" che
attestasse quando la lettera era stata spedita.
Questo avvenne con la riforma postale che fu attuata in Inghilterra nel
XVII secolo, iniziata sotto Lord Oliver Cromwell (1599-1658) e portata a
termine sotto il regno di Carlo II Stuart (1630-1685).
Con essa venne introdotta la figura del Postmaster General, una specie di
Direttore Generale delle Poste, ormai divenute monopolio statale.
Il primo Postmaster General fu Henry Bishop (1605-1691) che, tra le altre
sue iniziative, introdusse il primo timbro postale con la data.
Henry
Bishop (1605-1659), primo Postmaster General inglese.
«A
stamp is invented, that is putt upon every letter shewing the day of
the moneth that every letter comes to this office, so that no letter
Carrier may dare to datayne a letter from post to post; which, before, was
usual.»
(E' stato inventato un timbro che viene messo su ogni lettera
mostrante il giorno del mese in cui ciascuna lettera arriva in questo
ufficio, così che nessun Corriere può rallentare una lettera da una
posta a un'altra posta; il che, precedentemente, era usuale.).
Un
timbro con data annulla un francobollo del Regno Lombardo Veneto il 7
giugno 1850.
Era la primavera del 1661 quando il foglio settimanale di notizie "Mercurius
Publicus" datato 25 aprile-2 maggio annunciò la novità:
«And to prevent any neglect of the Letter carriers in the speedy delivery
of Letters from the said Office, it's notified that the dayes of the
receipt every Letter at the Office is printed upon the Letter; and the
Letter-carriers ought to deliver them the same day in the Summer, and the
next morning at farthest in the Winter: and if any fayler be complained of
at the Post-Office, it shall be redressed.».
(E per prevenire ogni negligenza dei Corrieri nella rapida consegna delle
Lettere dal predetto Ufficio [postale centrale], si notifica che la data
di ricevimento di ciascuna Lettera all'Ufficio è impressa sulla Lettera;
e i Corrieri devono consegnarla nel medesimo giorno d'Estate, e al più
tardi il mattino successivo in Inverno: e se viene lamentato qualche
errore dell'Ufficio Postale, dovrà essere corretto.).
Per completezza d'informazione dobbiamo ricordare che la primogenitura del
primo timbro è stata messa in discussione dal belga James Van den Linden
che ha evidenziato l'esistenza di due timbri francesi, «IR» e «CR»
praticamente coevi a quello introdotto da Henry Bishop. Anzi, la prima
impronta conosciuta di quello «IR» (18 marzo 1860) precede di un anno
quella inglese.
Si tratta di impronte usate sulla corrispondenza tra Francia e Fiandre, il
cui significato non è certo: taluni interpreterebbero quelle iniziali
come «IR», "Intendence Royale" e «CR» "Courier Royal".
Di certo non hanno la data, cosa che contraddistingue invece l'impronta di
Henry Bishop.
Da allora, anche dopo l'avvento del francobollo avvenuto il 6 maggio 1840
sempre in Inghilterra, si introdusse permanentemente ovunque l'uso del
timbro datario sulla corrispondenza, seppure il futuro ci riserverà di
vederlo con fogge diverse, adeguandosi alla tecnologia, come già
sporadicamente (al momento) avviene già oggi (2013).
Un'etichetta
dell'operatore
postale privato Consorzio Hibripost che utilizza un sistema integrato che
consente di monitorare costantemente nel tempo e nello spazio l'invio
di una lettera avvalendosi anche delle coordinate satellitari.
La
busta che mostriamo qui sotto però fa un'eccezione.
Assicurata
da Rovereto a Venezia: i 18 francobolli sono stati annullati senza
usare un datario.
Assicurata
da Rovereto a Venezia: anche il retro della busta è privo di
qualsiasi timbro.
I
francobolli annullati a Rovereto da un timbro lineare dell'ufficio
postale di via Silvio Pellico privo di data.
E' stata spedita come assicurata per
il valore di € 50,00 da Rovereto (Ufficio
succursale n. 4 di via Silvio Pellico, 18/20) per Venezia.
La pittoresca affrancatura di terzo porto (da 51 a 100 grammi) venne
ottenuta utilizzando 18 francobolli in validità postale nel periodo, con
valore espresso sia in Lire sia in Euro, per complessivi € 7,43, quindi
sottoaffrancata di 2 centesimi di Euro probabilmente per una errata conversione del valore
in Euro dei francobolli in Lire.
Tuttavia non compare alcun timbro con datario, né sul fronte, né sul retro
del piego postale, né in partenza da Rovereto, né in arrivo a Venezia.
A Rovereto, chissà perché (sembra inimmaginabile che non fosse disponibile
almeno un timbro con data) i francobolli vennero annullati apponendo 10
volte un bollo lineare dell'ufficio con la sola indicazione «38068
ROVERETO SUCC.LE 4».
Monitorando questa assicurata nel sito Internet di Poste Italiane,
veniamo a sapere che essa venne spedita dalla Succursale 4 di
Rovereto il 28 gennaio 2013 e recapitata dal portalettere di Venezia il
successivo 29 gennaio: ma nessun timbro sulla busta lo attesta.
La traccia del suo percorso è quindi solo virtuale.
Il
monitoraggio della spedizione sul sito internet di Poste
Italiane.
Peggiore si presenta la situazione della busta qui sotto riprodotta: essa
appare come una raccomandata predisposta dal mittente (affrancata per €
3,35, quindi con 5 centesimi in eccesso rispetto alla tariffa allora in
vigore di € 3,30) e mai affidata alla
posta.
Infatti non è presente alcun segno postale.
Eppure essa fu effettivamente accettata e lavorata da Poste Italiane
Raccomandata
da Torino a Venezia: sul fronte non è presente alcun timbro di
partenza da Torino.
Raccomandata
da Torino a Venezia: anche sul retro manca qualsiasi segno di posta
(neppure il timbro d'arrivo a Venezia).
Si spera che l'assenza di timbri
datari sia stato un episodio isolato dovuto a negligenza umana: infatti
trattandosi di corrispondenza registrata ("pregiata", secondo un
termine caro a Poste Italiane) la lavorazione avveniva in prevalenza in modo
manuale e non affidata alle macchine dei CMP dove frequentemente gli inoltri
sfuggivano all'annullamento.
Tuttavia la mancanza dell'annullamento dei francobolli da parte
dell'impiegato dello sportello di accettazione non giustifica la mancanza di
un timbro d'arrivo a Venezia.
Anche di questo invio i segni postali sono solo virtuali e sono presenti nel
sistema di monitoraggio "Dovequando" di Poste Italiane, dal quale
evinciamo che venne accettata dallo sportello del centro postale di Torino
V.R. di via Alfieri il 21 marzo 2012. Il destinatario la ricevette dal
portalettere il 27 marzo 2012, ma di questa consegna non c'è traccia: il
sistema di monitoraggio della spedizione sul sito internet di Poste Italiane
si limita ad indicare che il 27 marzo 2012 era «in lavorazione presso il
centro postale di VE PERSEVERANZA», ovvero un'agenzia privata di
recapito della posta.
A distanza di un anno dalla consegna della raccomandata, essa risulta, sul sito internet di Poste Italiane, ancora in
lavorazione!
Il
monitoraggio della spedizione sul sito internet di Poste
Italiane effettuato il 4 marzo 2013.
Curiosamente sul sito internet di Poste Italiane compare una frase che
sa di scherno: «Attenzione. La data di consegna reale della Raccomandata
è quella che risulta dal timbro postale. Quella indicata dal sistema
dovequando è solo indicativa.»!